Orazio Antinori, un uomo dalle suole di vento

L’eredità scientifica dell’Antinori

Naturalista-viaggiatore, patriota e combattente risorgimentale, cofondatore della Società Geografica Italiana, “Padre” degli esploratori italiani in Africa, fondatore del primo “Centro Studi Scientifici” italiano fuori dai confini nazionali, collezionista di campioni di storia naturale, tassidermista, donatore di importanti collezioni naturalistiche a numerosi musei italiani (Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia, Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria” di Genova, Museo di Zoologia dell’Università di Firenze, Centro Studi dell’Erbario Tropicale dell’Università di Firenze, Museo di Storia Naturale dell’Università di Perugia, Museo Civico di Zoologia di Roma). L’Antinori fu uno dei primi naturalisti europei a studiare sul campo ambienti, flora e fauna delle regioni più interne del Corno d’Africa. In riconoscimento dei suoi studi pionieristici gli sono stati dedicati i termini tassonomici specifici di non pochi rappresentanti delle faune dell’Africa Nord-orientale.

Pubblicazioni e ricerche scientifiche
attinenti il lavoro svolto da Antinori
in Etiopia (dal 1876 al 1882)

AA.VV. 1870-1901, Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, pubblicati a cura di G. Doria e R. Gestro, serie 1 e 2, da Vol.I 1870, a vol. XL 1901 Avetta, Bollettino della Società Botanica Italiana 1889:344-352

T. Salvadori. — Spedizione Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. - Uccelli dello Scioa e della regione fra Zeila e lo Scioa, vol. XXI, pag. 7

P. Pavesi. 1883-1884.Spedizione italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. - Aracnidi del regno di Scioa, vol. XX, pag. 5

H. S. Gorham. On three new species of Coccinellidae from Scioa, vol. XXX, pag. 910 M. Regimbart. Dytiscidae et Gyrinidae collectés dans le Royaume de Scioa (Abyssinie), par M. le Dr. Ragazzi en 1885, vol. XXIV, pag. 636

D. Rosa. Lombrichi dello Scioa. (Con 1 tav.), vol. XXVI, pag. 571

R. Gestro. Spedizione Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. Diagnosi di nuove specie di Coleotteri, vol. XVI, pag. 200

C. Oberthur 1880. Spedizione italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici I Lepidotteri (Con 1 tav. ed 1 carta), vol. XV, pag. 129

C. Oberthur. Spedizione italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici II Lepidotteri Parte II. (Con 1 tav.), vol. XVIII, pag. 709

L. Lethierry. Spedizione Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. Emitteri, vol.XVI , pag. 277

L. Lethierry. Spedizione Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. Emitteri. Parte II vol. XVIII, pag. 741

De Bormans. Spedizione Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. Ortotteri (con fig. nel testo), vol. XVI, pag. 205

De Bormans. Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. Ortotteri. Parte II vol. XVIII, pag. 704

E. de Selys Longchamps. Spedizione Italiana nell'Africa equatoriale. Risultati zoologici. Odonati, vol. XVI, pag. 222

Centro studi e ricerche O. Antinori
sulla biodiversità degli ambienti
montani degli altopiani dello Shewa

Breve storia del progetto L’origine del progetto, finanziato da vari Enti pubblici (Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Perugia, Regione Lazio, Comune di Roma), risale all’anno 2003, quando il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS) dell’Università degli Studi di Perugia e la Società Geografica Italiana, avviarono insieme una collaborazione intensa, dapprima allo scopo di ricostruire le vicende storiche e scientifiche dell’operato del naturalista ed esploratore Orazio Antinori (Perugia 1811 – Lét Marefià 1882) e poi per elaborare e sviluppare delle iniziative nei luoghi d’Etiopia in cui visse ed operò il naturalista umbro, a beneficio degli ambienti e delle comunità locali. A questo illustre personaggio, uno dei primi italiani ad esplorare le regioni interne del cosiddetto “Corno d’Africa”, si devono le importanti collezioni naturalistiche, oggi conservate e gestite da alcuni dei più prestigiosi musei di Storia Naturale d’Italia (come ad esempio il Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria” di Genova, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, il Museo Civico di Zoologia di Roma). L’Antinori, cofondatore della Società Geografica Italiana (una delle più antiche società geografiche al mondo), istituì, grazie alla profonda amicizia che riuscì ad instaurare con l’allora sovrano del Regno di Shéwa, il Negus Menelik II°, nella località montana di Lét Marefià, nei pressi dell’antica città di Ankober, la prima Stazione Italiana di Studi Geografici e Naturalistici nel continente africano. Presso tale Stazione, l’Antinori operò dal 1876 sino al 1882, l’anno della sua morte, avvenuta per cause del tutto naturali. Ancora oggi le sue spoglie, per propria volontà, riposano a Lét Marefià, all’ombra di un plurisecolare e maestoso albero di Sicomoro (Ficus sycomorus) e le sue gesta vengono tuttora ricordate con affetto e simpatia dalle popolazioni locali, oltre che cantate e recitate dagli “Azmari”, i cantastorie dell’antica tradizione Amhara. Proprio con l’obiettivo di riprendere quegli antichi legami, poi interrotti, dopo la morte dell’Antinori, dai tristi e deplorevoli eventi del primo conflitto italo-etiopico del 1896 e della feroce occupazione coloniale dell’Italia fascista degli anni 30 del Novecento, il C.A.M.S. e la S.G.I. hanno realizzato una serie di iniziative di cooperazione internazionale a sostegno delle comunità locali, tra queste la ristrutturazione di un intero complesso scolastico, la Primary School del villaggio di Déns, nei pressi di Lét Marefià, una istituzione governativa e laica, frequentata da oltre 300 allievi provenienti da una vasta area rurale degli Altopiani di Ankober. Tale intervento, portato avanti dagli inizi del 2008 e conclusosi al termine del medesimo anno, ha dischiuso al C.A.M.S. ed alla S.G.I. numerose altre opportunità per l’elaborazione di ulteriori iniziative sul territorio, con il pieno sostegno e coinvolgimento di tutte le Autorità locali preposte, sia a livello strettamente distrettuale che del governo centrale.

Il complesso dei nuovi edifici del Centro Studi O. Antinori in Ankober, dopo il termine dei lavori e con gli addobbi per la cerimonia dell’inaugurazione ufficiale, il giorno 17 Dicembre 2011. In primo piano la foresteria, alle spalle la biblioteca ed il laboratorio, con annesse strutture. Il Centro è situato su un verde pianoro, a circa 2.900 m s.l.m., nei pressi della “Città Alta” di Ankober, ex capitale dell’antico Regno di Shéwa.

La Scuola di Paleoantropologia
di Perugia

http://www.paleoantropologia.it

La Scuola di Paleoantropologia dell’Università degli Studi di Perugia, istituita nel 2011 dal Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS) e dal Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria, rappresenta una delle più attive realtà nazionali nell’ambito della formazione paleoantropologica.



La Scuola organizza ogni anno dei corsi di aggiornamento su tematiche relative alla paleoantropologia, rivolti sia a studiosi che a cultori e appassionati della materia, grazie alla disponibilità di docenti di livello nazionale ed internazionale, di varie università ed istituti di ricerca italiani ed esteri. L’iniziativa, partita nel 2011, ha riscosso sempre più successo nel corso degli anni e la Quinta Edizione, svoltasi nel Febbraio del 2015, ha visto l’entusiastica partecipazione di una sessantina di iscritti provenienti da tutta Italia. I corsi spaziano dall’Antropologia fisica e dall’evoluzione dei Primati Ominidi, alla geologia, paleoecologia, paleobotanica e paleozoologia del Quaternario, sino alla biologia molecolare ed alla genetica e vengono tenuti da alcuni dei massimi studiosi del panorama scientifico italiano ed internazionale, sia in lingua italiana che in inglese.

A corollario del corso annuale, che si tiene solitamente nel mese di Febbraio, per la durata di una settimana intensiva, la Scuola di Paleoantropologia dell’Università degli Studi di Perugia organizza ogni anno, nei mesi di Agosto/Settembre, un fieldworkshop in uno dei più importanti siti mondiali di interesse paleoantropologico, le Gole di Olduvai (Olduvai Gorges, sito considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO), nel Nord della Tanzania. Il fieldworkshop è organizzato in collaborazione con la Dar Es Salaam University e con la Ngorongoro Conservation Area (NCA) e si svolge per circa due settimane dedicate interamente ad attività didattiche relative alla geologia, paleontologia e paleoantropologia, con escursioni nei più interessanti giacimenti fossiliferi dell’area, lezioni e seminari in loco. Il periodo scelto, i mesi di Agosto/Settembre, risulta ideale per lo svolgimento di iniziative sul campo in quelle località, in quanto nel pieno dell’Inverno Australe, con clima caldo-secco e temperature non eccessive e bassissimo rischio igienico-sanitario generale. Tutte le precedenti edizioni dei fieldworkshops si sono svolte regolarmente, ed hanno visto una adesione media di una quindicina/ventina di partecipanti.

La Scuola di Paleoantropologia ha anche in programma la realizzazione di vari prodotti di carattere didattico-divulgativo, come pubblicazioni, supporti informatici, documentari, mostre itineranti. Tra pochi mesi verrà presentato al vasto pubblico, il primo prodotto audiovisivo della Scuola di Paleoantropologia, un documentario dal titolo “Olduvai, la culla dell’umanità”, realizzato da operatori cinematografici umbri con la supervisione scientifica di docenti e ricercatori di varie università italiane ed estere.